mercoledì 31 agosto 2022

Archivio Poesie

 



Tasso di umidità.
Di un tratto che si adegua alla teoria
assisto, partecipo di frequente
una serie di notizie riguardanti il corpo.
Questa cosa di non vedere gli organi
sa di impotenza.
Eppure siamo monitorati
in balia di essenze palliative
sotto lo scacco di controlli.
Rompere, irruzione dentro.
Combatto disse,
combatto la mancanza
come uno scompenso fisso .
La visione del corpo è impossibile.
Corrompo ogni lucido momento.
Di termini specifici non so nulla.
La parte che amo
è collegata al percettivo
un settimo movimento cardiaco
pulsa nella membrana di pensiero.
Pupilla e voce scarlatta.
Nel cuore.




Villa Borghese.
Intera prospettiva
guardando da sotto,
dalla tenera riva
mi presto a dirti
Siamo altrove
nel picco della fantasia
nella corrente immaginazione.
Lenta e tumultuosa.




Tra la prima e la terza
la seconda .
Tutto negli occhi quieti.
Siedo nel canto.
Il palpito di un tramonto.

Marzo 2022.







Spogliato
nel vasto radicato
al diretto spazio umano.
La premura coinvolge
confonde la pena, la rende
somigliante al corpo.
Qualcosa da fare
la notte, la cosa più bella
sottolineare.
Uno sguardo sopra.
Dal movimento
vedo la mano
la perfetta visione.
Questo prossimamente
veste.




Nel minimo 

s'innalza la punta 

tra la circonferenza e la vita.

Dal passo

alla chioma, al  vento.

Semplici accostamenti.

Di ragazzi in bicicletta

lo sguardo è preso

dallo scintillio, al filo d'erba

fresco e liberato.

Consolazione che ascolta.

Silenzio

intimo profondo.




Nel pieno raggio

Palazzi e soffitti a cielo.

Ho un’intuizione, di quelle

che scorrono.

Lo scatto

la pupilla rientra nel suo abitacolo.

Consegna ogni immagine e parola

data.

Nella velocità del battito

apprendo.

Non si è sotto le fondamenta

bensì sopra il guizzo

che fa capolino.

Mi fa rasserenare.

Siamo un atterrare

un decollare nella timida

forza.

Scrivere

per le vie della città.







Antico borgo
antica la necessità.
Pratico l'alternanza nel passo.
Misura prende nota
Una parete aperta
su cui poggiare i piedi.
Lievi, spensierati 
siete pensieri.
Sorretti da giacinti d'acqua
nel sodalizio di preghiera
vita cammina.



Dal silenzio

Una torsione di luce.
Uno schianto del corpo
nella precisa volontà.
Una forza che soccorre.
Necessaria vita.
Sulla spiaggia un altare
oceano appagato,
con il fuoco della somma
della fortezza
che assiste la mia umile
bocca.






All’occorrenza contempla.
Nel centro addolcente.
Tiratore
lo stesso che avanza
e tira.
La stessa compagnia




Copiarti
dalla prima orma
in questa pienezza.
Respirai per la prima volta
dentro una chiesa.
Dove luce non teme
fa passo allo sguardo
addentra.
Tutto nei miei occhi
di tela,
piccola e consumata.
Una forma di inquietudine
che rovista.
Nello spazio infinito
ho toccato.





Da una scena vera.
Ho visto un bambino giocare a terra 
con un piccolo camion dei pompieri. 
Era così preso. Chinato e con le mani nel terriccio. 
Sono ancora capace di sentire il cuore nel petto.



Tratti dalla raccolta inedita "Nel metro smarrito


Come chi ascolta pioggia
trasforma lentamente.
Poesia o musica
o fiore di camelia.
Dare origine
in tutte le forme.
La sera cerco.
Penso ai rari momenti
di connessione,
quando afferro parola.
Passarla nel primo vuoto
del corpo.
Una parete su cui appisolarsi.





Sere Quelle sere parziali 
a cui manca il punto 
l’appoggio
 la spalla la mano. 
Coltivare l’assenza. 
È verso radicato, nel profondo. 
La terra, i suoi versi 
 profuma 
di un sentire liberato. 
L’arte di costruire a misura,
 con silente compostezza 
 il vento poetico.





Ogni sera programmo la felicità
nella vicinanza di un lago, di un fiume
nelle ore centrali, della giornata
libero la libellula.
Disarma singola gioia
che accade.
Dire di me
partendo da una foglia.
Nel lato sommerso
scorgere l'inizio.
E poi accadi
tu accadi
come solitario luccicante
del mio cuore.


ph e testi a cura di Valentina Ciurleo

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