I PEZZETTI DI CARTA
La classe al mattino è vuota, i banchi sono in attesa dei bambini. Finestre spalancate e la facciata è quella simile di un silenzio ancora fermo.
Al suono della campanella li senti arrivare, la voce per i corridoi. Cominciano i saluti quelli semplici e quelli con un certo programma: una margherita, una viola di campo oppure un bigliettino. Devono farsi sentire i bambini, sei avvolta da una presenza che si fa luogo.
Non dimenticherò mai questa scena: lei ama fare pezzettini di carta, sono la sua fonte di gioia, di ispirazione, il suo rituale. Come entrare in certe menti, non è possibile. La diversità è una ricchezza e solo dove hai questa grande opportunità puoi veramente capire. I pezzetti per R. di anni 7 rappresentano il suo mondo, la capacità di connettersi con le sue emozioni. Esistono solo i suoi pezzettini di carta, sminuzzati precisi, dal primo all’ultimo fino a creare un piccolo mucchietto, una piccola montagna di carta. Comincia a farli volare in aria, ma non hanno tempo di cadere a terra perché è tutto calcolato in questi gesti precisi. Ricordo che non potevi mai avvicinarti a questi pezzetti. Nessuno poteva toccarli, nemmeno la sua compagna di banco oppure altri bambini della classe.
Un giorno R. sorride e prende un piccolo mucchio, si alza con uno scatto deciso e porta i suoi pezzetti di carta alla cattedra lasciandoli cadere tra le mie mani.
Sono cose che non ti aspetti, che non programmi. Nemmeno con le migliori intenzioni o con la migliore delle strategie li avrebbe consegnati. Ogni bambino ha la sua caratteristica che non va mai etichettata ed esce fuori da programmi e regole. Ci sono solo emozioni e stati d’animo che vanno sempre e comunque rispettati anche nell'ottica di una diversità che rende la persona libera e bella nella sua unicità.